Esame posturale

MULTIFATTORIALITÁ ETIOPATOGENETICA DELLE PATOLOGIE POSTURALI E IMPORTANZA DI UN APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE

Le caratteristiche e modalità di reazione cibernetica–globale del nostro sistema corporeo impongono di chiedersi, qualora si manifestino dei disturbi, se questi siano espressione di noxae patogene localizzate nella sede di estrinsecazione dei sintomi o non piuttosto il risultato a distanza di squilibri che partono da distretti più lontani che impongano quindi di essere affrontati sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico in un’ottica più ampia di tipo multidisciplinare integrato.

Solo tenendo presente le strette concatenazioni biomeccaniche interdistrettuali secondo il modello di catena cinetica chiusa e le complesse correlazioni e convergenze neurologiche delle varie componenti neuroafferenziali del corpo (recettori visivi, oto-vestibolari, estero-propriocettivi, enterocettivi, nocicettive) in pool o centri comuni sottocorticali ad es. sostanza reticolare, cervelletto e nuclei vestibolari) deputati alla regolazione del tono della muscolatura posturale (vie reticolo e vestibolo–spinali), è possibile comprendere i fini meccanismi che stanno alla base di alcuni tipi di manifestazioni algico-disfunzionali a varia localizzazione (ad es. arti inferiori, pelvi, regione lombare, dorsale, cervicale e mandibolo-cranica), di difficile interpretazione e spesso recidivanti al trattamento con terapie sintomatiche.

Si possono così presentare all’osservazione casi di tipo discendente in cui l’origine dei disturbi può trovarsi localizzata a livello degli anelli più craniali della catena cinetica corporea (ad es. malocclusioni dentali, disturbi dei muscoli oculomotori, dell’organo dell’equilibrio etc..) che portano nel tempo a successivi adattamenti, compensi e poi squilibri degli anelli più bassi della catena (cervicalgie, lombalgie) con innesco di disturbi funzionali e dolorosi in regioni talora anche molto lontane dalla sede di azione iniziale della patologia.
Nella stessa maniera ma in senso inverso problemi di squilibrio in settori caudali (ad es. regioni podaliche) possono determinare patologie a livelli più alti definendo così quadri di tipo ascendente.
Quando le due modalità di azione patogena si combinano insieme si vengono a configurare casi di tipo misto.

Da tali presupposti deriva la necessità di un approccio olistico-multidisciplinare nei confronti delle problematiche posturali servendosi di collaudate metodiche cliniche e strumentali gestite da ben organizzate equipe di operatori di varia estrazione (ortopedici, fisiatri, reumatologi, otoneurologi, oculisti, odontoiatri, psicologi, terapisti della riabilitazione, chiropratici, osteopati, bioingegneri..) in stretta sintonia culturale e sinergia operativa.

In virtù delle predette convergenze multisistemiche nell’eziopatogenesi degli squilibri del sistema artro-miofasciale corporeo, si rende necessario l’uso di screening diagnostici di base allargati alla valutazione più ampia possibile dei diversi sottosistemi che collaborano alla realizzazione dell’equilibrio biomeccanico e neuromuscolare corporeo.
Naturalmente è importante, in un contesto di analisi e studio di tipo multidisciplinare che riguarda tantissime branche mediche, paramediche e scientifiche (quali la medicina generale, la fisiatria, l’ortopedia, la reumatologia, l’algologia, la neuropsichiatria, l’otovestibologia, l’odontoiatria, l’oculistica, la pediatria, la geriatria, le scienze motorie, la fisioterapia, la medicina dello sport, la medicina del lavoro e l’ergonomia, la medicina legale, l’algologia, la bioingegneria ecc..), creare procedure e linguaggi di esame completi, comuni e condivisi.
Ciò si può realizzare solo servendosi di metodologie cliniche (cartella di valutazione clinico-anamnestica ) e strumentali di analisi a vario livello di complessità che nella loro configurazione di base (I° livello) possano essere utilizzati dalla maggioranza degli operatori del settore.
Così, dopo un primo generale orientamento diagnostico ricavato dallo screening di base, si potrà procedere appropriatamente ad approfondimenti di II° livello più complessi e specialistici. Naturalmente gli esami potranno riguardare i vari campi in cui si esprime la funzione o disfunzione posturale cioè l’aspetto sensoriale-algologico, l’aspetto cinematico statico o motorio e l’aspetto cinetico delle forze esterne (reazione del suolo) e interne (muscolari) al corpo.

Tale protocollo di analisi multifattoriale integrato comprende:

  • esame clinico – anamnestico di base
    Con cartella clinico–anamnestica cartacea e/o software per valutazione a punteggio
  • esame strumentale con apparecchiature di I° livello
    Con tecnologie semplici e a basso costo in grado di registrare parametri di assetto spaziale corporeo, di distribuzione di forze–peso al suolo, di registrazione dell’area di appoggio plantare in condizioni ortostatiche
  • esame strumentale con apparecchiature di II° livello
    Con tecnologie in grado di analizzare parametri cinematici di assetto statico e dinamico spaziale corporeo e parametri funzionali cinetici ed elettromiografici che consentono una valutazione oggettiva della postura corporea, della funzione dell’equilibrio, dell’appoggio dei piedi al suolo in ortostatismo e nel cammino, dei movimenti del rachide e della funzionalità dell’apparato mandibolo-cranico.